“Nessuna generazione può fuggire alla storia”, così George W. Bush, si ripresentò al popolo americano dopo esser stato rieletto nel 2004, una frase rimasta impressa nelle menti e nei cuori degli Americani che oggi, 5 novembre 2024 sono chiamati a votare per scegliere il 47esimo presidente degli USA.
Gli Stati Uniti non erano mai stati così divisi, la lotta ideologica tra democratici e repubblicani trova l’apice proprio oggi: il giorno delle elezioni. La sfida tra Donald Trump e Kamala Harris si prospetta come un confronto all’ultimo voto, i sondaggi, fino a qualche settimana fa, davano in leggero vantaggio i democratici, ma negli ultimi giorni si registra una netta risalita della fazione repubblicana.
Trump adesso è favorito secondo i principali bookmakers. I sondaggi però sono da prendere con le pinze, spesso incerti e soggetti a ribaltamento in corso d’opera. Storicamente alcuni stati sono democratici, ad esempio la California o New York a cui rispondono il Texas e la Florida, da sempre repubblicane. Negli anni a fare la differenza sono quei stati perennemente “indecisi” come Pennsylvania e Lowa tra tutti. Gli ultimi dati dicono che in Pennsylvania la parità regna sovrana, in Lowa invece, l’ago della bilancia tende verso la Harris.
Quest’ultima è sicuramente la “salvezza” del partito, con Biden sempre più calante e Trump sempre più in crescita, l’inizio della campagna elettorale è stato un disastro per i democratici. Quando a luglio Joe Biden ha rinunciato alla candidatura e di conseguenza lasciato il posto alla Harris (attuale vice-presidente) il gradimento per i repubblicani è calato, anche grazie all’impatto positivo avuto da Kamala Harris sul delicato tema dell’aborto.
Kamala Harris potrebbe diventare la prima donna a guidare gli Usa, seconda a provarci dopo la candidatura di Hilary Clinton nel 2016, sconfitta poi da Trump. Il mondo dello spettacolo è totalmente diviso, Kamala Harris gode dell’appoggio di grandi star come Taylor Swift, Demi Lovato, mentre Trump gode della stima (e non solo) di Elon Musk, tra i principali sostenitori della campagna elettorale, ma anche di personaggi iconici e apprezzati come Mike Tyson e Kanye West.
Nelle ultime settimane l’elettorato si è ancora più spaccato all’interno della Gen Z, con i ragazzi sostenitori di Trump e le ragazze di Harris: inciderà anche questo?
L’America è pronto a riversarsi nelle urne, il mondo intero aspetta il nome del 47esimo presidente degli Stati Uniti.
Come si vota il Presidente degli USA?
A differenza di quanto sembra, il popolo americano non vota direttamente il presidente. Esistono figure chiamate “grandi elettori” (538 in tutto il paese) che, a dicembre, voteranno per scegliere il prossimo inquilino della Casa Bianca. I grandi elettori sono scelti nei mesi precedenti dal partito, per cui l’esito del voto è già evidente al termine dell’Election Day (salvo clamorosi ribaltamenti). Ognuno dei 50 stati ha i suoi grandi elettori, proporzionalmente al numero di residenti. Difatti, alcuni stati hanno un peso specifico molto più alto rispetto ad altri, basti pensare alla California che conta ben 54 grandi elettori, o al Texas (40), sino agli stati meno popolati come ad esempio il Nord Dakota che ne elegge “solo” 3. Questione, quella dei grandi elettori, che apre a due conseguenze: la vittoria di un candidato al raggiungimento dei 270 voti e la possibilità di vittoria finale nonostante la “sconfitta” al voto popolare, come già successo nel 2000, quando a diventare presidente fu il repubblicano Bush a discapito di Al Gore.
A cura di Gaetano Sofia