Tanti i fiori alzati al cielo nella notte del 9 Agosto a Villa Bellini per rendere omaggio al tour di
colui che da lì a poco avrebbe emozionato i fan: ”Ci vuole un fiore”. Qui inizia il viaggio di
Francesco Gabbani in Sicilia.

“Mi auguro che questa margherita simbolica vi possa suggerire un nuovo punto di vista, una
finestra aperta verso un futuro illuminato”
è così che Francesco Gabbani apre il concerto; infatti è
solamente una margherita simbolica a fare da contorno a quel tour pieno di magia.


La prima canzone che regala al suo pubblico è “Ci vuole un fiore”, cover di Sergio Endrigo. Il
brano in realtà nasconde un significato preciso, un messaggio di amore e di pace: tutte le
cose sono collegate tra loro e il fiore, simbolo dell’amore, è necessario affinché tutto esista
in questo mondo. Conclude l’artista: “vogliamo regalare questa margherita al nostro pianeta
”.
In questo modo Gabbani anticipa il tema del suo tour: il rispetto per l’ambiente.
Sin da quando era piccolo Francesco si sentiva amico della natura. Lui stesso racconta del
padre che lo portava al bosco a raccogliere funghi e sottolinea quanto sia importante
raccoglierli con delicatezza, in modo che nello stesso punto ne possa ricrescere un altro.
Metafora, questa, con la quale ci invita a trattare le cose con cura. Il cantante conclude il
discorso annunciando la canzone “Il mio canto libero” cover di Lucio Battisti.

L’emozione passa attraverso “Foglie al gelo”, “Eternamente ora” e “Viceversa” fino ad
arrivare ad “Occidentali’s Karma”
durante il quale il pubblico si alza in un’esplosione di
energia. Ma non è tutto, infatti prima che Gabbani cantasse la sua terza e ultima cover
”Bocca di Rosa” di Fabrizio de André, una bambina si è avvicinata alle transenne per
omaggiare il suo beniamino con uno striscione che aveva realizzato, forte la commozione
dell’artista che appoggia il regalo appena ricevuto sul pianoforte.
Una tra le canzoni più apprezzate è “Spazio Tempo” colonna sonora della fiction “Un
professore” andata in onda su Rai 2. Ma è “Il sudore ci appiccica” la canzone che annuncia la
fine della serata con la quale Francesco fa ballare per l’ultima volta il pubblico catanese. Due
ore, 120 minuti, in cui i pensieri negativi hanno lasciato spazio all’amore, al divertimento e al
rispetto della natura.

A cura di Lorena Papotto, Alex Lembo e Giuseppe Spitaleri