Con il concludersi della Quaresima e il conseguente inizio della settimana Santa è tempo per Bronte e i brontesi di immergersi nella tradizione. Tutta la liturgica preparazione ha il culmine durante il triduo pasquale. Si inizia Giovedì con i rappresentativi altari della reposizione, chiamati volgarmente “Sepolcri”: meravigliosi altarini abbelliti con fiori e doni simbolici che fanno da teatro all’esposizione del Santissimo che durante tutta la serata viene adorato in un liturgico silenzio. I fedeli, fino a tarda ora , visitano le varie chiese del paese preparandosi così al clou della Passione: iI Venerdì.

Sin dalla mattinata si può fare un tuffo nella tradizione, con la visita alle quattro statue che vengono adornate con fiori e fave, prodotti della terra a simboleggiare la richiesta di protezione delle campagne. Le statue, portate a spalla dai fedeli detti “portatori” , sono: il Cristo alla colonna, iI Crocifisso, il Cristo morto e la Madonna Addolorata. Esse raffigurano i tre momenti cruciali della passione di Gesù e il pianto disperato della Madre. La processione prende vita subito dopo la consueta Messa nella chiesa della Madonna del Riparo. La prima statua ad iniziare il cammino è il Crocifisso, che compie la prima tappa all’Ospedale per benedire tutti i malati, Continua per il corso Umberto, seguito dai fedeli e accoglie la statua del Cristo Morto dalla chiesa dei Cappuccini. Successivamente gli occhi sono rivolti verso la chiesa della SS. Trinità, detta “la matrice”, poiché l’Addolorata è pronta ad iniziare il suo calvario, passando per via Matrice e Via Angelo Gabriele con direzione piazza Gagini. Meta che per le due restanti vare viene raggiunta attraverso via Santi. Iniziano la loro giornata anche i componenti delle varie confraternite coinvolte nella rappresentazione vivente dei fatti del Vangelo. Viene accolta anche l’ultima vara, quella del Cristo alla Colonna, dal santuario della Madonna Annunziata che, seguito dal Crocifisso e dal Cristo morto, inizia la processione. L’Addolorata osserva da lontano e va anch’essa a seguire il figlio .

Da qui in poi tra canti e preghiere, le quattro vare attraversano alcune vie storiche del paese seguite dai fedeli, molti dei quali a piedi scalzi. La figura vivente del Cristo con la Croce , compirà come da consuetudine, le “Tre Cadute” del Calvario. In Piazza Gagini, Via Piracmon (Chiesa di San Blandano) e di fronte al Comune. Arrivati a Piazza Spedalieri in prima serata, la processione si ferma per permettere il riposo ai portatori di vara. Dopo la sosta, le quattro vare ripartono percorrendo il Corso Umberto, Via matrice e la strettissima via San Giuseppe per arrivare così a Piazza Gagini, teatro del momento più sentito dai Brontesi, “L’Incontro”.L’Addolorata “saluta” il figlio tra inneggiamenti e preghiere. Dopo una breve sosta, il fercolo del Cristo alla Colonna rientra in chiesa. Risalendo per Via Santi, il Crocifisso e il Cristo Morto si posizionano di fronte la chiesa della Matrice. Arrivata l’Addolorata, dopo il commovente canto “Madre io vorrei”, la banda “San Biagio” suona la marcia funebre “Venerdi Santo” con i portatori che ondeggiano , creando quasi una danza. Salutata l’Addolorata, il Cristo in Croce e il Cristo morto, risalgono fino al corso Umberto dove, all’altezza della Chiesa della Catena, il coro polifonico “Ven. Ignazio Capizzi” esegue il canto “Popule Meus”.

Proseguendo per il corso Umberto le due vare rientrano nelle rispettive chiese, accompagnate dal silenzio, interrotto solo dai passi stanchi e dal cuore colmo di fede dei portatori. La processione così giunge al termine.

DALLE ORIGINI A OGGI

La processione del venerdì santo a Bronte è una commemorazione che ha radici nel passato. Dal percorso alle vare qualcosa è cambiata, a rimanere intatta è la fede e la dedizione del popolo brontese. L’unica vara che ha subito più cambiamenti è il Cristo in Croce. Inizialmente veniva utilizzato un crocifisso appartenente alla chiesa di San Silvestro che è stato sostituito per volere della parrocchia stessa con una croce illuminata. Nel 1992, per volere dell’allora Arciprete della chiesa Madre mons. Antonino Longhitano si decise di introdurre il bellissimo Crocifisso del 1500 che ancora oggi possiamo ammirare in Chiesa Madre (sulla navata laterale destra), il cui utilizzo per ovvi motivi di conservazione artistica venne subito vietato. Fu dato incarico alla chiesa della Madonna del Riparo, che fece costruire la statua che tutt’oggi vediamo in processione. Una vara che non ha avuto sostituti ma che è stata restaurata è invece quella del Cristo alla Colonna. Costruita nel 1938 dal falegname Giuseppe Arcidiacono e scolpita da Simone Ronsisvalle. Su iniziativa dei portatori di vara e grazie al contributo dei fedeli, tra il 2012 e il 2014 si è ritenuto opportuno sottoporre al restauro l’intera vara sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza BB.CC.AA. di Catania.

La statua è oggetto di una leggenda popolare, difatti Benedetto Radice scrisse: “…essa è di carta pesta, ma la leggenda popolare vuole che sia di legno, fatta da un pastore brontese, al quale, tre giorni dopo aver finito la statua, apparve il Cristo in sogno; e quegli morì dalla contentezza, colla promessa del paradiso per averlo scolpito bene”. Inoltre la statua conservata inizialmente nella chiesa di San Vito, subì la spaventosa colata lavica che colpì Bronte nel 1651 ma ne uscì intatta. Altra protagonista di questa giornata è la vara del Cristo Morto, opera conservata nella chiesa dei Cappuccini raffigurante il Santissimo deposto all’interno di una teca di legno e vetro, anch’essa restaurata negli anni. Attraverso il benestare dei beni culturali di Catania si è deciso di rimuovere un panno rosso che risiedeva sul cuscino originale dove posa il capo il Signore. L’ultima statua protagonista del venerdì è la Madonna Addolorata risalente al 1700, custodita in una cappella all’interno della Matrice , attualmente in fase di restauro per cui momentaneamente viene utilizzata una replica che si trova all’interno della chiesetta di san Sebastiano. Se per molti aspetti la processione è rimasta sempre fedele a se stessa, lo stesso non si può dire per “l’incontro” che fino al 2003 veniva eseguito all’interno della Chiesa Madre, il momento è stato successivamente spostato prima a Piazza Spedalieri e infine a Piazza Gagini per motivi di sicurezza. Questa storica processione, che ha un posto speciale nel cuore di ogni Brontese, ha visto sempre la sua realizzazione nell’arco dei decenni, interrotta solo dalla Guerra e della Pandemia 2020.

A cura di Gaetano Sofia