Il 20 Dicembre si è tenuta a Palermo l’udienza che ha visto imputato l’attuale Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini. Ancor prima di approfondire l’esito del processo vogliamo descrivere il quadro completo della vicenda.

È il primo di Agosto del 2019 quando la nave della ong spagnola “Open Arms” salva 124 migranti in mare. Segue subito la chiamata a Malta e Italia per avere un porto sicuro di sbarco. La risposta è negativa da entrambi i paesi, l’Italia – in particolare – rigetta la richiesta avvalendosi del decreto sicurezza bis. Tre persone vengono fatte sbarcare per motivi di salute ma, il 10 Agosto, viene effettuata una nuova operazione di salvataggio e i migranti a bordo della nave diventano addirittura 160.

Nel frattempo è stato presentato un ricorso da parte di Open Arms all’autorità giudiziaria con la richiesta di sbarco immediato dei minori e viene presentata denuncia per verificare che il blocco a bordo non si configuri come un reato. La risposta affermativa, dal Tribunale di Palermo, arriva il 12 Agosto e riconosce il reato di respingimento alla frontiera e di espulsione di minori. Segue il ricorso al Tar del Lazio, accolto due giorni dopo con la sospensione del decreto che impediva l’ingresso della nave. A causa delle pressioni da parte di Salvini viene comunque impedito lo sbarco. Da qui, la decisione di Open Arms di fare un esposto alla Procura di Agrigento.

Il 20 agosto l’allora capo della Procura agrigentina, Luigi Patronaggio, sale a bordo della nave riscontrando pessime condizioni igieniche-sanitarie e psichiche. Viene disposto il sequestro dell’imbarcazione e lo sbarco immediato. In tutto questo erano già passate quasi tre settimane in cui le persone a bordo, ignare di tutto, non hanno visto altro che la nave, le onde e le coste italiane solo in lontananza. Alcuni di loro vedendo queste ultime decisero di gettarsi in mare.

La Procura di Agrigento ipotizza il reato di abuso d’ufficio. La procura distrettuale di Palermo (quella di competenza per i reati che coinvolgono i Ministri) prende in carico il fascicolo e formula per Matteo Salvini il reato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Il Senato autorizza a procedere: il 17 aprile 2021 il gup dispone il rinvio a giudizio e il 15 settembre comincia il processo. 21 le parti civili ammesse, 26 i testimoni e 24 le udienze che separano la prima dall’ultima.

Il 20 Dicembre l’ultima tappa del processo che vedeva imputato il Ministro, a Palermo. Un processo “mediatico” si potrebbe definire. Infatti, non sono mancate dichiarazioni, post e reel scenografici pubblicati sugli account social di Salvini per raccontare il processo. Il leader leghista si dichiara: «assolutamente orgoglioso di aver difeso il mio Paese. Rifarei tutto quello che ho fatto». 

L’udienza di venerdì è iniziata con le repliche della procuratrice aggiunta Marzia Sabella all’arringa della difesa, ed è proseguita con le controrepliche dell’avvocata di Salvini, Giulia Bongiorno. L’accusa aveva chiesto sei anni di reclusione, mentre la difesa chiedeva l’assoluzione.

La sentenza definitiva del processo Open Arms è stata emessa alle 19:30 dalla II sezione penale del Tribunale di Palermo, ed è arrivata dopo oltre nove ore e mezza di consultazione nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo. Il Ministro risulta essere assolto in quanto il fatto non sussiste.

Grande entusiasmo da parte degli esponenti leghisti, sia sui social che tra i presenti in aula, tra cui l’attuale Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. In generale, tutto il centrodestra si mostra soddisfatto. Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni commenta l’esito: «Grande soddisfazione per l’assoluzione di Salvini, le accuse erano surreali e infondate. Proseguiamo insieme per combattere l’immigrazione illegale».

Non mancano le prese di posizione da parte degli esponenti dell’opposizione che non criticano tanto l’esito del processo, quanto più le ben note posizioni sull’immigrazione. «La nostra critica politica resta. Su quella li batteremo» commenta Elly Schlein. Simile la dichiarazione di Angelo Bonelli, co-portavoce dei Verdi, secondo cui l’esito di questa sentenza “dimostra che i giudici agiscono nella loro autonomia. La destra non potrà dire che sono ‘zecche rosse’, affermazione purtroppo usata molte volte. Rimane inalterato il nostro giudizio politico: Salvini non ha difeso i confini dell’Italia, ha tenuto per settimane in mezzo al mare 147 naufraghi tra cui donne e bambini per meri calcoli elettorali”.

Realizzato da Alex Lembo

Foto: lapresse