A Maletto, un piccolo paesino alle pendici dell’Etna, ogni anno la seconda domenica di settembre viene
festeggiato il patrono del paese, Sant’Antonio di Padova. Mese che prosegue con il festeggiamento di altri due santi: San Vincenzo Ferreri e San Michele Arcangelo
Ma da cosa deriva il culto di questo santo?
Il culto di Sant’Antonio di Padova detto “Sant’Antuninu” risale alla metà del 1600, quando una colata lavica
si diresse verso il paese di Bronte; i brontesi, preoccupati, andarono all’Eremo di Sant’Antonio e portarono in
processione il Santo, la lava però continuò a scendere e distrusse l’eremo e la chiesa di Sant’Antonio, così i
Brontesi, impauriti, abbandonarono a terra il santo e fuggirono.
Alcuni giorni dopo alcuni cittadini malettesi tornando verso casa, trovarono la statua illesa in mezzo alla pietra
lavica, così la presero e la portarono con loro al paese proclamando Sant’Antonio protettore di Maletto.
Il principe Spadafora tra il 1783-1786 fece costruire una chiesa sotto al castello consacrandola a
Sant’Antonio, facendo realizzare un’altra statua del Santo così quella più antica prese il nome di “San’Antuninu
u vecchiu”.
Quindi perché decisero di festeggiarlo a settembre?
Sant’Antonio viene festeggiato la seconda domenica del mese di settembre perché la popolazione, essendo
povera, era in grado di dare in offerta solo frumento e altri prodotti della terra, che potevano procurarsi
solamente dopo il raccolto estivo.
La festa inizia il giovedì con il triduo e si conclude la domenica con l’uscita del Santo sopra un’artistica vara,
portato a spalla dai devoti per le vie del paese preceduti da numerosi fedeli con torce che illuminano la via
del Santo.
Quest’anno è stata ripristinata la tradizionale fiera dei prodotti agricoli che si svolge il venerdì, il
sabato invece si sono esibiti i Ricchi e Poveri in piazza IV novembre e finalmente dopo gli anni di pandemia si
ritornerà al vecchio percorso dove il fercolo salirà fino alla chiesa di San Giuseppe per lo sparo dei fuochi
d’artificio.
Grande folla per il concerto dei Ricchi e Poveri, che hanno intrattenuto oltre ottomila persone giunte anche da paesi limitrofi. Una grande festa e momento d’aggregazione, come dichiarato ai nostri microfoni poco prima dell’esibizione: “Siamo sempre felici di venire in Sicilia, un luogo che amiamo e apprezziamo. Maletto è un piacevole ritorno. Essere attuali? La nostra è una musica che lega tre generazioni almeno, è questo il nostro segreto”.
Particolarmente soddisfatto anche il Sindaco Giuseppe Capizzi, che al microfono di Radio TRC racconta l’intenso mese di settembre: “Dopo circa vent’anni la Festa è stata organizzata dai devoti e portatori di Vara, Maletto è una comunità viva e partecipata. Siamo contenti anche del programma della nostra estate, pieno di eventi e momenti ludici. Il concerto dei Ricchi e Poveri è la prova di un’amministrazione che lavora per rendere questa comunità unica”.
Articolo a cura di Giuseppe Calì
Interviste e coordinamento, Antonio Capizzi