Calcio, i prossimi appuntamenti in Serie A e Serie C

La scorsa giornata di Serie A ha regalato gol, emozioni e sorprese, tenendo sempre più aperto il campionato. Secondo pareggio del Napoli, fermato in casa dall’Udinese; i nerazzurri rispondono con una vittoria nel posticipo contro la Fiorentina, torna alla vittoria la Juventus.

I RISULTATI DELLA 24esima GIORNATA DI SERIE A

Como-Juve, finita 1-2 per i bianconeri, la chiude Kolo Muani al 89’ autore di due gol, di cui uno su rigore. Ma è polemica al Sinigaglia per un mancato rigore al Como su un tocco di mano di Gatti.

Verona-Atalanta, l’Atalanta travolge il Verona con ben 5 gol grazie anche ad uno strepitoso Retegui che dei 5 gol ne realizza ben quattro, confermandosi l’attuale capocannoniere del campionato.

Empoli-Milan, vincono i rossoneri 0-2 anche qui polemiche su un rosso dato a Tomori e Marianucci e la sola ammonizione del nuovo acquisto del Milan Giménez. Punti che valgono l’aggancio al Bologna a quota 38 in attesa del recupero.

Termina, invece, 1-1 il match tra Torino e Genoa. Per il grifone serve la zampata di Pinamonti per recuperare lo svantaggio, con lo sfortunato autogol di Thorsby.

Venezia-Roma vince la Roma 0-1 grazie ad un rigore realizzato da Dybala.

Cagliari-Parma, vincono i padroni di casa 2-1. Risultato che permette alla squadra di Nicola di allontanarsi dalle zone calde della classifica.

Lazio-Monza, la Lazio rifila 5 gol al Monza che risponde solamente un gol di Sensi su rigore.

Lecce-Bologna finisce 0-0

Napoli-Udinese, con grande sorpresa l’Udinese ferma il Napoli nella sua corsa scudetto, Ekkelenkamp risponde a McTominay finisce 1-1 allo stadio Maradona.

Inter-Fiorentina, i nerazzurri non perdono l’occasione di riagganciare il Napoli, l’autogol di Pongracic porta l’inter in vantaggio poi su rigore Mandragora segna il momentaneo 1-1 ma l’inter passa in vantaggio con Arnautović.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI DI SERIE A

Mentre questo week-end si giocherà il Derby d’Italia Juve-Inter, la Lazio affronterà il Napoli alla ricerca di punti, il Milan contro il Verona, Atalanta sfiderà il Cagliari, mentre il Bologna dovrà affrontare il Torino.

A livello locale, il Catania di mister Toscano – reduce dalla vittoria in casa della capolista Monopoli, affronterà la Casertana, domenica 16 febbraio alle 17:30.

A cura Carlotta Cairone

FOTO: Ansa.it

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L’incontro con Don Ciotti: il caffè sospeso e la forza di lottare

“Don Ciotti, esempio forte di onestà, di intraprendenza, ispiratore di valori come la legalità e la responsabilità, è un sacerdote di strada che ha combattuto le mafie e continua a farlo senza sosta. A cento giorni dal 21 Marzo, la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, decide di percorrere il primo di quei cento passi che ci separano da una società libera dai soprusi delle mafie insieme ai giovani studenti di Catania e provincia”.

Noi. Si apre così l’evento che vede protagonista Don Ciotti, un sacerdote di strada che sfida a testa alta le mafie. Durante la data del 7 Febbraio è stato ospite presso i locali dell’istituto “Galileo Galilei” di Catania. La giornata non è casuale: sono esattamente 100 i giorni che separano questa data da quella del 21 Marzo, la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

Non con un io, con una presentazione, ma con un noi. “Solo unendo le nostre forze è possibile cambiare”. Un sentimento collettivo, che ispira tanti dei giovani presenti in quell’aula.

Racconta in prima persona quando, come e perché nasce questa giornata: “anche se eravamo pochi, eravamo piccoli, il Parlamento l’ha votata”. Il riferimento è al voto unanime tenutosi Il 1° marzo 2017 presso la Camera dei Deputati con il quale si riconosce la giornata del 21 Marzo. L’idea nasce da un evento che coinvolge in prima persona il sacerdote. Ricorreva il primo anno dopo la Strage di Capaci. Accanto a lui una donna vestita di nero, piangeva instancabilmente. Le tende la mano, le fa una carezza. La donna gli prende la mano, la guarda, lui capisce. “Perchè non pronunciano il nome di mio figlio?”. Era la mamma di Antonio montanaro, quel giorno caposcorta.

Le vittime hanno un nome e un cognome. E’ un diritto umano essere chiamato per nome e cognome. Da qui la necessità di una giornata in cui ricordare tutte le vittime delle mafie, con i loro nomi e i loro cognomi. Quel giorno, è il primo giorno di primavera e tutta l’Italia si stringe forte alle famiglie di coloro che sono morti per la libertà del popolo e della democrazia.

Tante piccole tappe che, come ribadisce il sacerdote, devono spingere ad un impegno continuo nella lotta alla mafia, a partire dai piccoli gesti quotidiani.

“Diffidate di chi parla di voi ma non parla con voi. Sappiate distinguere tra i seduttori e gli educatori. I seduttori vi vogliono suggestionare con mille parole studiate, scintillanti. Promettono cose, denaro, vi chiedono di fare cose per gestire i loro atti criminali. Le mafie seducono, i seduttori seducono, gli educatori vi rendono persone libere. Non mettete la vostra libertà in vendita.” Don Ciotti si riferisce soprattutto agli educatori che in quella giornata hanno accompagnato gli studenti e hanno reso possibile la loro partecipazione. “Vogliate bene ai vostri professori e alle vostre professoresse. Chi è qui è perché ci crede.” Prima di tutto la scuola forma i cittadini di domani e chi aderisce a iniziative come questa è perché davvero ha fiducia nei giovani e speranza in una società migliore. Un aiuto che va aldilà del singolo insegnamento della materia, una finestra sul mondo che si apre a tematiche talvolta complesse.

La vita di Don Ciotti non è stata semplice: la speranza è che qualcuno possa sentirsi ispirato da questa sua storia. Ancora prima di raccontare il sacerdote ci tiene a ricordare alcuni dati basati sull’ultimo rapporto ISTAT: 6.000.000 di persone in povertà assoluta, di cui 1.400.000 bambini in povertà assoluta, oltre a milioni di persone in povertà relativa.

“Uno può essere povero ma anche dignitoso, la mia famiglia era molto povera ma anche molto dignitosa.”

Ciotti è di origine veneta ma la sua famiglia si trasferì ben presto a Torino per le esigenze lavorative del padre. Avrebbe lavorato nel cantiere per la costruzione del Politecnico di Torino e in quello stesso cantiere avrebbe trovato posto tutta la sua famiglia, in una baracca. Questa parte della sua vita, unita ai giudizi altrui e alle etichette cambiò radicalmente la sua vita. Il quartiere che frequentava era un quartiere ricco e a scuola bisognava andare con un grembiule fatto in un certo modo e il fiocco. La famiglia non riuscì a comprarli. “Ero l’unico in tutta la scuola senza grembiule e fiocco. Vieni considerato diverso e ti senti diverso.”

“Dopo 20 giorni la mia maestra – e ora lo comprendo – arriva a scuola. Tesa, nervosa, chissà che problema si portava dentro, quale sofferenza. In classe c’era confusione e la maestra si mise ad urlare non contro i compagni, ma contro di me che ero l’unico senza grembiule e fiocco. Ma cosa c’entro io che non c’entravo nulla.” “Ma cosa vuoi tu da me, montanaro?” – disse la maestra, mentre i compagni ripetevano in coro “MON-TA-NA-RO”. Da lì, la reazione: prese il calamaio e lo lanciò verso di lei. Sospeso da scuola dopo i primi venti giorni. “Mi ricordo il mio pianto perché anche se sei piccolo capisci che quello che hai fatto è sbagliato. Mia mamma mi ha dato una sonora lezione. Ma dopo capì che quella fu la risposta ad un giudizio nei confronti della nostra storia.” A cambiare la sua vita da bambino fu soprattutto il giudizio dei suoi compagni e delle loro famiglie.

Da lì a qualche anno la sua famiglia riesce a stabilizzarsi, lui studia per prendere il diploma. Nel tragitto verso scuola fu incuriosito da un signore, che aveva degli stracci ma leggeva dei libri e con delle matite rosse e blu sottolineava. Passava la mattina, la sera, il giorno dopo e lui era ancora lì. Vani i tentativi di parlargli, non rispondeva, l’ipotesi era quella che fosse sordo.

“Ma quando due macchine frenarono forte, lui alzò lo sguardo e vidi nei suoi occhi la disperazione di un uomo, per la prima volta. Ci sentiva benissimo, si era chiuso nel suo mondo. È capitato a me, capiterà anche a voi di trovare persone che si son chiuse nei loro problemi, nelle loro fatiche, capisci che c’è qualcosa ma non sai come affrontarlo.”

Dopo dodici giorni le prime parole. Quel signore era uno stimato medico, di grande professionalità, generoso. Un evento immane cambia la sua vita: perde la moglie e i figli in un incidente stradale.

Nei giorni seguenti si fanno compagnia a vicenda. Il medico gli indicò un gruppo di ragazzi che aveva a che fare con sostanze stupefacenti: “Io sono stanco, sono vecchio. Devi fare tu qualcosa per loro.”

“Settimana dopo la panchina era vuota, il mio amico se n’era andato per sempre, era morto nella notte. Ho sentito che quell’incontro non era uno dei tanti incontri. A quell’età sei piccolo e ti senti piccolo.“ E’ qui che si tracciava l’inizio per un impegno concreto.

A Gorizia si teneva un corso di formazione per la polizia di stato sul tema delle droghe. Tra i relatori c’era il magistrato Giovanni Falcone. E’ lì che Don Ciotti e Giovanni Falcone si conobbero. Al termine dell’incontro si diedero una stretta di mano e un appuntamento per un caffè. Un caffè che, però, non prenderanno mai. Il giorno di quella strage, gli fu massacrata la vita da Cosa Nostra. Quel sabato 23 maggio del 92 Don Ciotti era in Sicilia a tenere un corso per insegnanti sul tema delle dipendenze e delle droghe.

la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno nasce proprio da quel caffè mai preso e dalla volontà di ricordare tutte le vittime della mafia.

“Oggi le mafie sono forti, sparano di meno, fanno meno morti. Hanno trovato nuovi modi. Non hanno scrupolo se non riescono a raggiungere il loro obiettivo. Anche se si spara di meno, loro ci sono ancora, ci impoveriscono tutti. Non si uccide solo con le armi ma anche non permettendo alla società di crescere nel modo giusto. Non possiamo pensare che sia solo un problema di ieri, lo è anche oggi, in forme e modi diversi.”

Don Ciotti conclude il suo intervento con una metafora e due auguri rivolti agli studenti e alle studentesse presenti.

Chiunque di noi ha uno stomaco. Serve per il nostro cibo. Permette al nostro organismo di crescere e svilupparsi per la nostra vita. La formica invece ne ha due: uno più grande ed uno più piccolo. A che serve il secondo un po’ più piccolo?

Quando trova del cibo ne mette un pò anche nel secondo stomaco e quando torna nel formicaio lo distribuisce alle formiche che non possono cercarlo, per le più fragili.

“Noi che abbiamo uno stomaco grande, nel cammino della vita, possiamo usare un po’ del nostro per gli altri, per riempire la nostra vita di senso e significato. Tu riempi la tua vita di significato se spendi un po’ della tua vita per chi fa più fatica. Un augurio che faccio ad ognuno di voi.”

L’augurio che viene fatto ai più grandi è invece quello della solitudine. “E’ nella solitudine che scopriamo il nostro mondo interiore, le nostre emozioni. Fermiamoci, per guardarci dentro, per scoprire i nostri stati d’animo. Non di corsa, non sempre connessi. Non bisogna confondere la solitudine – relazione con la vita –  con l’isolamento – fuga dalla vita, monologo -. Attenti al sequestro della solitudine.“

L’evento si chiude con la speranza di un mondo che può davvero essere diverso se si alimenta la volontà di cambiarlo insieme. A guidare questo cambiamento – secondo Don Ciotti – sarebbero le tre “C”: continuità, condivisione, corresponsabilità.

A cura di Alex Lembo

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FantaSanremo 2025, regolamento e novità: iscriviti nella lega RADIO TRC

Si avvicina l’inizio del Festival di Sanremo giunto quest’anno alla sua 75esima edizione. Cinque serate all’insegna della musica, della competizione e del divertimento. Si svolgerà al Teatro Ariston di Sanremo dall’11 al 15 febbraio 2025, con la conduzione e la direzione artistica affidate a Carlo Conti.

A rendere ancora più coinvolgente il festival è il Fanta Sanremo, il fantasy game che ormai da qualche anno accompagna gli spettatori. A confermarne il successo sono i numeri: oltre quattro milioni di squadre registrate nel 2024.

Una competizione in cui è richiesto agli utenti di formare una squadra con sette artisti: 5 titolari e 2 riserve.

Ogni giocatore ha a disposizione 100 Baudi con i quali potrà effettuare la scelta degli artisti. Ogni artista ha una quotazione differente. I più quotati sono Achille Lauro, Elodie e Giorgia, ognuno dal valore di 18 baudi.

La scelta del capitano può risultare cruciale poiché raddoppia i punti ottenuti. La scelta è flessibile, ogni serata il capitano scelto può essere diverso.

Per massimizzare i punti, bisogna considerare diversi fattori. Gli artisti schierati come titolari porteranno alla squadra i punti relativi a tutti i bonus e malus del regolamento, mentre le riserve guadagneranno punti esclusivamente dai bonus extra. La formazione potrà essere modificata quotidianamente dalle 8:00 alle 20:00, permettendo aggiustamenti strategici in base all’andamento del Festival.

Sono diversi i bonus e i malus previsti dal regolamento. Tra i bonus compaiono l’esibizione con ballerini, la direzione dell’orchestra dal Maestro Beppe Vessicchio o dal Maestro Melozzi, l’invasione non programmata del palco, sedare una rissa in diretta. Tra i malus invece la caduta dalla scalinata, non ringraziare verbalmente alla fine dell’esibizione o semplicemente nominare il “FantaSanremo”. Questi sono solo alcuni esempi. La lista è piuttosto lunga e alcuni bonus/malus sono segreti, verranno svelati solo poco prima dell’inizio della serata.

Quest’anno, una novità interessante riguarda i bonus del DopoFestival, dove un semplice “batti 5” con Cattelan vale 5 punti. Quindi, per massimizzare il punteggio, è fondamentale monitorare anche gli eventi che accadono fuori dal palco principale.

I giocatori iscritti partecipano automaticamente al Campionato Mondiale, ma esiste la possibilità di creare e prendere parte alle leghe, gruppi di utenti più ristretti. Le leghe possono essere pubbliche, dunque chiunque può parteciparvi, oppure private, nel caso si volesse competere esclusivamente tra i propri amici. Esistono poi delle leghe premium promosse da alcuni sponsor in cui sono messi in palio diversi premi. La classifica dei giocatori verrà stilata sulla base dei punti ottenuti.

Ti invitiamo quindi a giocare insieme a noi, registrati e cerca la lega RADIO TRC. Anche quest’anno tanti premi in palio, inoltre puoi anche commentare in diretta l’andamento della classifica: ti aspettiamo

Per maggiori informazioni sulle regole del gioco e aggiornamenti sui bonus/malus è possibile consultare il sito ufficiale: https://www.fantasanremo.com/regolamento

Che si tratti di competere per il punteggio migliore o semplicemente di divertirsi con amici, il FantaSanremo rappresenta un modo unico di vivere la musica italiana.

A cura di Alex Lembo

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BRONTE – Ennesimo incontro sulla sopravvivenza dell’ospedale

All’interno dell’aula consiliare del comune di Bronte, si è tenuto un incontro pubblico in cui si è discusso dell’ospedale “Castiglione-Prestianni” di Bronte, da anni al centro del dibattito pubblico e politico, alle porte l’ennesima regressione di un nosocomio in enorme difficoltà.

Iniziativa che è partita da diverse sigle sindacali, con UIL e CGIL rappresentati dai segretari provinciali, rispettivamente, Enza Meli e Salvatore Battaglia. Presente anche il Comitato Spontaneo con l’avvocato Giuseppe Gullotta, oltre ovviamente all’amministrazione comunale, con il sindaco Firrarello in primis.

Il primo cittadino brontese, introducendo la lunga battaglia fatta in passato per difensore l’ospedale, ha parlato anche di aree interne: “In questa sala abbiamo rappresentanti di circa 10 aree interne, comuni che per raggiungere Paternò o Catania devono percorrere almeno 70 km, che quando si parla di salute sono tantissimi. E allora bisogna anche riflettere sul rilancio di queste aree interne, così come il presidente Mattarella ha ben detto nella sua visita di qualche settimana fa a Militello”.

I vari partecipanti alla discussione hanno, per sommi capi, toccato gli stessi punti. In primo piano il diritto alla salute, che è universale e intoccabile: l’Ospedale di Bronte patisce un enorme ridimensionamento, dettato dal piano regionale della sanità siciliana, che ha definito “presidio di zona disagiata”. Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi di Enza Meli e Salvatore Battaglia, che hanno ribadito la collaborazione e aiuto del sindacato in questa battaglia per la salvaguardia della salute.

Presente in sala anche Giovanni Burtone, deputato regionale del PD e attuale sindaco di Militello: “È un problema del territorio, non soltanto di Bronte o Militello. La sanità non può essere fatta solo nella città, deve esserci ovunque, rivendico la sopravvivenza di tutti gli ospedali. In passato gli ospedali sono stati incredibilmente chiusi, penso a Randazzo, Adrano, Linguaglossa, per rimanere nel territorio. Il potenziamento avviene con le strutture, ma soprattutto sulle risorse, mancano i medici in grado di occupare determinate caselle. Non molleremo il territorio; va preteso che l’ospedale, così come quello di Bronte e Militello, deve assolutamente mettere in condizione un chirurgo di operare”

Prende la parola anche Ersilia Savarino, deputata del PD: “La politica è responsabile. Non possiamo pensare a una rimodulazione senza valutare le esigenze dei territori; noi supporteremo con la nostra attività parlamentare ciò che riguarda l’ospedale di Bronte, ci siamo anche mossi per Biancavilla”

Insomma, tanti interventi quelli arrivati in aula consiliare. L’avvocato Gullotta ha più volte ribadito la necessità di far sentire la voce dei cittadini nelle sedi competenti, puntando sull’enorme bacino di utenza che l’ospedale di Bronte comprende. In sala anche il sindaco di Maniace, l’assessore del comune di Cesarò, a testimoniare l’importanza di questo presidio ospedaliero.

Intermezzi in cui sono anche intervenuti diversi consiglieri comunali di Bronte, a partire da Graziano Calanna, Mauro Petralia, Gaetano Messina ed Ernesto Di Francesco. Presente in sala anche Biagio Venia, storico fondatore del comitato in difesa dell’Ospedale di Bronte, che da anni lotta contro la chiusura dei reparti.

La chiosa arriva dall’onorevole Giuseppe Castiglione, che oltre a ribadire l’impegno nelle sedi opportune, parla di pensare proposte tecniche valide da presentare al tavolo e renderle subito operative. Importante cenno anche sul lavoro che si impegnerà a fare alla Camera, riguardante la legge di bilancio che prevede un focus sulle aree interne, inserire un articolo che si occupi di risorse sanitarie da destinare alle zone montane: “Ho già interpellato l’ufficio legislativo, nei comuni capofila di aree interne – come Bronte – in questi casi penseremo di inserire un emendamento proprio per questo”. Da parte dei colleghi deputati c’è massimo intento, chiude Castiglione.

Insomma, l’incontro di ieri pare abbia riacceso la voglia di tutti di affrontare seriamente il problema Ospedale di Bronte: è l’ennesimo incontro con parole al vento, o finalmente arriveranno proposte concrete?

Antonio Capizzi

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MATER AGATA: maternità e devozione in una mostra di moda in onore della Patrona di Catania

Sarà inaugurata il 31 gennaio alle 20.00 a Palazzo dei Minoriti a Catania e rimarrà aperta al pubblico gratuitamente dal 1° al 6 febbraio Mater Agata, la mostra di abiti e costumi dedicata alla patrona della città. Curata da Maria Liliana Nigro, docente di Storia del Costume per lo spettacolo, e organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Catania, la mostra giunge alla sua ventitreesima edizione e fa parte delle celebrazioni dedicate a Sant’Agata, una delle feste religiose più conosciute e apprezzate al mondo, che coinvolgono l’intera città e la sua popolazione.

La mostra, il più longevo evento organizzato dall’Accademia, presenta quest’anno 117 abiti realizzati dagli studenti del corso di moda. Ogni anno, gli studenti affrontano la creazione di abiti sartoriali, mettendo in pratica la loro ricerca artistica attorno a un tema ben preciso. Quest’anno, il focus è il rapporto tra madre e figli, con l’intento di celebrare la figura materna come simbolo di forza, coraggio e luce che guida il cammino dei propri figli.

«Accompagnata dal talento e dall’entusiasmo dei nostri giovani allievi – sottolinea Lina Scalisi, presidente dell’Accademia di Belle Arti di Catania – questa mostra racconta con uno sguardo nuovo il profondo legame tra Catania e la sua Santa. Il titolo stesso “MATER/AGATA” incarna un ideale di forza, purezza e dedizione che va oltre la dimensione religiosa, toccando profondamente il simbolismo della maternità, qui da intendersi nel senso più trascendente che materiale. Da presidente dell’Accademia, non posso che sottolineare l’importanza di iniziative come questa, che mettono in luce il talento e la dedizione dei nostri docenti, studenti e collaboratori. La mostra Mater Agata è, soprattutto, un momento di riflessione collettiva sul valore del patrimonio culturale e sulla capacità dell’arte di unire e ispirare le comunità. Come ogni anno, quella della Professoressa Nigro e dei suoi allievi non è una semplice esposizione di abiti, ma un vero e proprio tributo artistico e culturale alla città, una celebrazione dell’identità catanese, filtrata attraverso il linguaggio universale dell’arte e della moda.»

Mater Agata non è solo una mostra di abiti, ma una riflessione profonda sulla fede, sulla storia, sull’emozione e sulla devozione della città di Catania alla sua Santa. Agata, vergine e martire, diventa madre di tutte le madri, abbracciando il suo popolo con lo stesso amore di una madre. Madri coraggiose, come Felicia Bartolotta, vedova Impastato, paladina ed esempio, determinata a proteggere il figlio e la sua memoria, ferita a morte dalla mafia. Madri dei quartieri popolari, che per difendere i loro figli, colpiti dal degrado e dalla fragilità, derivante dalla solitudine e dalla violenza sociale, sono pronte a denunciare. Madri che accompagnano figli sfortunati in percorsi gravi di malattie mortali. Madri che vegliano ogni attimo per tutelare la parte più intrinseca di sé stessi. Con tutto pronto per l’inizio della manifestazione, il pubblico è invitato a lasciarsi trasportare dalla magia di questa tradizione che celebra l’amore materno, oltre ogni limite.

«Gli abiti realizzati dagli allievi dell’Accademia non sono solo vestiti, ma raccontano il legame forte con una Santa sempre amata – afferma la curatrice, Maria Liliana Nigro –. Agata trascende ogni limite di tempo e spazio: il suo “esistere” è eterno, unendo il sacro e il profano, il cielo e la terra, racchiudendo tutto in sé stessa e diventando simbolo universale. Dalla fede cristiana al dramma contemporaneo del femminicidio, fino alla scelta di opporsi a un uomo che non amava, Agata si trasforma in una donna libera, una Santa, ma anche una Guerriera. Oggi, i giovani hanno bisogno di credere, ma per farlo è necessario raccontare la sua storia in modo nuovo, con un linguaggio rapido e contemporaneo. Gli abiti realizzati dagli allievi dell’Accademia, dunque, non sono solo vestiti, ma un tributo alla figura materna, un abbraccio simbolico che lega l’arte del vestire alla protezione e alla sacralità, celebrando il lungo percorso della mostra.»

Esposti su busti sartoriali in una cornice affascinante come Palazzo Minoriti, gli abiti raccontano storie e tradizioni: accostamenti insoliti di materiali sembrano dialogare tra sacro e profano, creazioni lussuose e imponenti, realizzate con sete, pizzi e merletti, evidenziano una “santità sartoriale”.

Gli abiti in mostra sono il risultato di un concorso di moda che premia il talento degli studenti più giovani dell’Accademia. Una giuria di esperti premierà quattro dei 117 studenti partecipanti con borse di studio, destinate a sostenere il loro impegno creativo e artistico. Tra i membri della giuria, che vedrà come madrina la campionessa olimpica Giusi Malato, ci sono Claudia Cantone, Salvatore Lo Giudice, Enza Marchica, Marco Marziano, Paola Pesce, Elena Petrolito, Barbara Renna, Valeria Rizzo, Riccardo Tommasello e Cinzia Torrisi.

L’edizione 2025 della mostra mette anche in campo iniziative di solidarietà. Ben 43 associazioni umanitarie sosterranno l’iniziativa sfilando con il proprio gonfalone durante la serata inaugurale, venerdì 31 gennaio, sulle note della Corale Tovini, che allieterà il pubblico prima del fatidico taglio del nastro alla presenza delle più alte cariche istituzionali e culturali.

INFORMAZIONI MOSTRAInaugurazione: 31 gennaio 2025 ore 20.00Apertura al pubblico: 31 gennaio – 6 febbraio 2025

Orari: dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 20.00Sede: Palazzo Minoriti, via Prefettura 14, CataniaIngresso gratuito

Per informazioni: www.abacatania.it

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RADIO TRC IN COLLABORAZIONE CON ANAS