Sarà capitato almeno una volta a tutti gli utenti di ritrovarsi con la batteria scarica e a ricercare un cavo che si adattasse al proprio device. USB-C, micro-USB, lightning…denominazioni che ormai, con l’evolversi della tecnologia, sono entrate a far parte del quotidiano ma che, tuttavia, non hanno mai portato un reale vantaggio. Infatti, dietro al comune caso di non poter utilizzare lo stesso cavo con device differenti, si nasconde un grande impatto negativo sia a livello ambientale che a livello economico. L’Unione Europea ha però deciso di cambiare le carte in tavola.

La Commissione Europea, il 7 giugno 2022 ha introdotto la Direttiva 2022/2380, poi approvata a ottobre 2022, che propone la porta USB-C come standard comune per i sistemi di ricarica di tutti i dispositivi. Dal 28 Dicembre 2024 i produttori di dispositivi elettronici dovranno adottare esclusivamente la porta di tipo C.

Un cambiamento che coinvolge non solo gli smartphone, dove non esisterà più alcuna differenza nel sistema di ricarica tra utenti Apple e utenti Android, ma anche fotocamere digitali, cuffie, altoparlanti, console portatili, tablet, tastiere, mouse, lettori digitali di libri, navigatori portatili. Più nello specifico la direttiva coinvolge tutti quei dispositivi che sono “ricaricabili con un cavo cablato e possono funzionare con un’erogazione di potenza fino a 100 watt”.

I computer portatili dovranno adottare lo standard comune a partire dal 28 aprile 2026.

Una legge che risulta essere un passo importante per il mercato europeo che, tuttavia, può essere ancora migliorata. Allo stato attuale, infatti, risultano esclusi alcuni dispositivi come droni, rasoi, spazzolini elettrici e altri simili, dove ancora dilagano infiniti standard proprietari. In tal senso l’UE dichiara che “valuterà continuamente gli sviluppi del mercato, la frammentazione del mercato e i progressi tecnologici” al fine di avere un elenco di dispositivi “il più pertinente e aggiornato possibile”.

Perché proprio la porta USB-C? Tra tutte quelle a disposizione a vincere è proprio lei e questo non è un caso. Lo standard è stato sviluppato dallo Usb implementers forum, un consorzio di aziende che include Intel e Microsoft, ed offre prestazioni avanzate: può trasferire dati fino a 40 gigabit al secondo e fornire una potenza di ricarica fino a 240 watt. Oltretutto, un grande vantaggio risiede nella sua forma che le conferisce estrema usabilità. Non esiste un verso corretto di inserimento, il cavo entrerà in qualsiasi caso. Si sottolinea che questo risulta essere uno standard già ampiamente diffuso sul mercato.

La normativa non definisce solo la porta che dovrà essere adottata ma impone ai produttori di specificare sulla confezione la presenza o meno del caricatore, le informazioni relative alla potenza di ricarica richiesta e il supporto alla ricarica rapida.

Anna Cavazzini, Presidente della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori del Parlamento europeo, si mostra soddisfatta e dichiara che questo risulta essere “un passo decisivo verso la convenienza per i consumatori e la responsabilità ambientale”.

Le stime presentate dall’UE parlano di un potenziale risparmio di 250 milioni di euro per le famiglie europee grazie all’eliminazione dell’obbligo di acquisto di un caricatore potenzialmente non necessario e all’utilizzo di un unico cavo per dispositivi differenti. Ringrazia anche l’ambiente. Si stima che, in questo modo, potrà essere evitata la produzione di 11.000 tonnellate di rifiuti elettronici.

La scelta promossa dall’Unione Europea è un forte sostegno ai consumatori e si rivela essere pratica per l’utente finale e sostenibile sia per l’ambiente che per il nostro portafogli.

A cura di Alex Lembo